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«L'arte delinea in anticipo qualcosa che non è ancora presente. Essa non può dire come diventerà; tuttavia
garantisce in modo misteriosamente consolante che avverrà. Dietro ogni opera d'arte si dischiude, per così dire, qualcosa. Qualcosa s'innalza. Non si sa né che cosa, né dove, ma nel più profondo si sente la promessa. (...) Ogni autentica opera d'arte, anche la più piccola, è come un mondo: uno spazio ben disposto e ricolmo di significati in cui si può entrare guardando, ascoltando, muovendosi».
«L'arte delinea in anticipo qualcosa che non è ancora presente. Essa non può dire come diventerà; tuttavia garantisce in modo misteriosamente consolante che avverrà. Dietro ogni opera d'arte si dischiude, per così dire, qualcosa. Qualcosa s'innalza. Non si sa né che cosa, né dove, ma nel più profondo si sente la promessa. (...) Ogni autentica opera d'arte, anche la più piccola, è come un mondo: uno spazio ben disposto e ricolmo di significati in cui si può entrare guardando, ascoltando, muovendosi». Romano Guardini(1885-1968), sacerdote, teologo e scrittore italiano naturalizzato tedesco, da L'opera d'arte, editrice Morcelliana.
Dal Web
TRA SACRO E PROFANO, L’UOMO SECONDO PAOLO MENON
LA VALLETTA BRIANZA: L'ARTISTA PAOLO MENON AL LAVORO IN UNA CHIESA ARGENTINA
L'ARTE? UN ANTIDOTO ALLA NEGAZIONE
Testo di Emanuele Ricucci - Dal basso, la celebrazione è purezza, legata, com’è, alle radici e al territorio, incorrotta dalla stringente coercizione ideologica da cerimoniale. Che sia nella costellazione di mostre locali, come a Sesto Calende in cui oggi si ricorda la strage di Vergarolla, come a Trieste, in cui sarà la poesia, la fotografia e la letteratura a ricordare il dramma, o tra i banchi delle scuole, nell’artigianalità dei ragazzi degli istituti di provincia, laddove cresce la consapevolezza.
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(...) Che sia nell’impressione del dramma di Paolo Menon, scultore delle “grida contro il potere coercitivo dell’uomo sull’uomo (…) le cui voragini sono ostruite da detriti, cannoni e da centinaia di metri cubi di salme” e nella sua personale dedica “ad ognuna di esse dedico una rosa che poso simbolicamente accanto ai corpi schiacciati e stratificati da ragioni politiche mai condivise che formano il labirinto inestricabile e disorientante delle verità” (...)
(...) Che sia nell’impressione del dramma di Paolo Menon, scultore delle
“grida contro il potere coercitivo dell’uomo sull’uomo (…) le cui voragini sono ostruite da detriti, cannoni e da centinaia di metri cubi di salme” e nella sua personale dedica “ad ognuna di esse dedico una rosa che poso simbolicamente accanto ai corpi schiacciati e stratificati da ragioni politiche mai condivise che formano il labirinto inestricabile e disorientante delle verità” (...)